Il nuovo governo, guidato dal primo ministro britannico Keir Starmer, vuole costruire una versione britannica di OpenAI. Per fare ciò, hanno in programma di aumentare enormemente la capacità di calcolo del paese entro il 2030, praticamente venti voltedi più rispetto a quella che c'è oggi.
Hanno anche in mente di creare dei "poli di crescita AI" dove le aziende possono stabilirsi facilmente, concentrarsi sulla ricerca e sviluppo (R&S) dell'AI, e beneficiare di incentivi fiscali, finanziamenti o altre forme di supporto governativo.
Inoltre vogliono sviluppare una "Biblioteca Nazionale dei Dati", che raccoglierà informazioni da istituzioni pubbliche come università, per aiutare nella creazione di nuovi modelli AI.
L'idea è di fare tutto questo in modo da non dover dipendere dalle grandi aziende tecnologiche americane. Tuttavia, c'è un problema: le startup britanniche di AI hanno difficoltà a ottenere i finanziamenti necessari per crescere e competere, quindi il Regno Unito deve prima trovare il modo di supportare queste aziende con investimenti e risorse.
Com'è messa l'Italia con gli LLM?
Non è per niente paragonabile ai grandi nomi ma comunque sta sviluppando alcuni modelli linguistici di grandi dimensioni (LLM). Un esempio è Minerva 7B, un LLM sviluppato dall'Università La Sapienza di Roma in collaborazione con il progetto FAIR e il supercomputer Leonardo del CINECA. Questo modello, con 7 miliardi di parametri, è stato addestrato su un vasto dataset di oltre 2 trilioni di token, utilizzando fonti aperte come Wikipedia e il Progetto Gutenberg. Un'altra iniziativa rilevante è LLaMAntino-3- ANITA-8B-Inst- DPO-ITA, un LLM basato sul modello LLaMA-3 di Meta, fine-tuned per la lingua italiana dall'Università di Bari.
Questo testo è un riassunto del seguente articolo (eng):
Alternativa in italiano: