Sto scrivendo questo editoriale alle 19:09 di venerdì sera e, sul profilo Twitch di ClaudePlaysPokemon, Pikachu sta combattendo contro Clefairy.
Un'AI, quella di Claude di Anthropic, una delle aziende di punta del panorama tech moderno, sta giocando a Pokemon Rosso da 49 ore e 21 minuti, e ci sono 1,574 spettatori. Ash, il ragazzino protagonista, guidato da Claude, ha già compiuto 16,929 passi.
Leggendo i giornali, il pubblico si è emozionato per vari momenti chiave, come quando Claude non ha riconosciuto il Professor Oak – la famosa figura paterna che aiuta Ash a diventare un maestro dei Pokemon – o ogni volta – in tutto, tre – in cui è stata vinta una medaglia dei capipalestra.
In generale sembra che il pubblico sia attratto più dalla curiosità di sapere se "un robot" può vincere contro dei giochi che sono nella nostra cultura da sempre, che per l'intrattenimento vero e proprio. È come se stessimo vivendo un'era di transizione in cui ancora il sentimento è "ma davvero un robot lo può fare?".
Ma ci sono casi che in realtà sono andati già oltre la mera curiosità, catturando la sfera emotiva degli spettatori, come Neuro Sama di vedal987 (745k follower), un avatar AI che gioca a Minecraft e interagisce con il pubblico in chat in tempo reale.
Il suo momento "curiosità" lo ha avuto nel 2018, quando fu creata come bot per svolgere un videogame musicale di nome osu!. Tutti volevano solo sapere se un robot poteva farcela, ma nel 2022 la sua anima, fatta di codice e addestramenti, viene versata all'interno di un avatar in stile manga, con una voce sintetica – successivamente, viene addestrata su conversazioni reali. Nel 2023 ha 50k follower, nel 2025 745k, e ha raggiunto picchi di 25.600 spettatori simultanei.
Cosa è cambiato allora, tra il momento curiosità e il momento sentimento? Basta davvero un'immagine, una voce e una narrazione più umana per emozionarci?
Basta guardare i film. Chi fa parte del settore audiovisivo sa bene quanto un prodotto televisivo o cinematografico possa essere costruito e falsificato con l'obiettivo di ottenere un risultato efficace. Efficace emotivamente. Da attore ho studiato e sperimentato molte delle tecniche dei grandi insegnanti di recitazione, ed un certo livello di genuinità emotiva viene sempre accostato ad un lavoro di finzione e di artefizio. La base del lavoro insomma, è sempre legata a ciò che sappiamo che "funziona" (emotivamente) e cosa no.
Allora le IA che streammano su Twitch non sono tanto diverse da questo, o un video AI-generated in una scena di un film, o una base musicale addestrata su milioni di pezzi musicali.
Certo, la grande domanda è: ma ci sarà mai un'AI che possa fare quello che ha fatto Micheal Jackson per la musica, Daniel Day-Lewis per il cinema, o, ridimensionandosi molto, avere lo stesso impatto di iShowSpeed, Kai, MrBeast per l'intrattenimento online?
La risposta per me risiede nella natura "pop" o meno del contenuto – per adesso. Mi spiego meglio: tanti film anni '90 o serie televisive più popolari, seguono dei canoni ben precisi. In "The Anatomy of a Story", John Truby spiega come costruire storie "organiche" tramite il viaggio dell'eroe, distinguendosi dalla "prevedibilità" della struttura classica in tre atti e sposando una narrazione incentrata sui personaggi ma che comunque deve seguire delle regole perché sia interessante.
L'eroe deve partire da uno stato di frustrazione, combattere, perdere, non avere alcuna possibilità, ingegnarsi, vincere. Quanti film o serie tv hai visto così?
Negli anni il settore audiovisivo ha imparato a "giocolare" diverse strutture di storytelling ma alla fine, se non vuoi cascare nel prodotto artistico di nicchia, quelle sono.
Gli attori hanno espressività, voce, corpo, particolari, eppure milioni di persone stanno iniziando ad emozionarsi su come l'AI disegna i suoi di "avatar". E se un giorno verrà fuori che gli avatar AI sono troppo perfetti, allora inizierà a disegnarli più imperfetti, più asimmetrici, più difettati, più addestrati sull'umanità reale.
A cosa ci porteranno decenni di addestramento sull'umanità reale? A cosa porterà un training così approfondito e così prolungato?
Per quanto tecnofilo possa essere, mi sento male a paragonare grandi nomi a un AI, e non penso che sia anche solo immaginabile. Ma i protagonisti del mero intrattenimento, i vari Jake Paul o Mr Beast... ecco, questo lo trovo molto immaginabile.
Secondo stime di Grand View Research, il mercato globale delle AI per media e intrattenimento valeva già circa 10,8 miliardi di dollari nel 2021 ed è prevista una crescita con un tasso annuo composto del 26,9% dal 2022 al 2030. Ciò significa che nei prossimi 5-10 anni vedremo investimenti massicci in tecnologie AI applicate a produzione cinematografica, piattaforme streaming, videogiochi, musica e così via. Giganti come Netflix, Disney, Tencent stanno già finanziando laboratori per sviluppare IA creative, e anche big tech come Google e Microsoft.
Tu che leggi, insieme a me stai vivendo la curva "curiosità", ma finirà presto. Arriverà un giorno in cui non esisterà più anima viva che si chiederà "Ah ma un robot lo può fare?", e i nostri nipoti nasceranno e cresceranno in mezzo ai robot. I robot che una volta si prendevano le faccende manuali, non sono lontani da prendersi anche i nostri cuori.