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L'80% delle app di dating vendono i tuoi dati–molto più di quello che pensi

Dati come preferenze religiose, convinzioni politiche, ma anche lo stato di HIV e dettagli sulla vita sessuale degli utenti.

Crediti immagine: Mozilla

Il panorama delle app di incontri e il loro rapporto con la privacy degli utenti sta diventando sempre più preoccupante, come evidenziato da un'analisi recente da parte di Mozilla. Rispetto alla loro valutazione iniziale nel 2021, sembra che queste piattaforme abbiano soltanto peggiorato la tutela delle informazioni personali. Con una necessità intrinseca di raccogliere dati sensibili, apparentemente per migliorare il processo di "match", queste app raccolgono dettagli personali eccessivi e li gestiscono in modo inappropriato.

OkCupid, per esempio, incoraggia gli utenti a "Condividere più informazioni su di sé", "Rispondere a più domande" e "Aggiornare frequentemente il proprio profilo", con la promessa di migliorare le potenzialità di incontro. Il motivo in realtà è (anche) quello di vendere tutti quei dati agli inserzionisti terzi. Queste piattaforme raccolgono una vasta gamma di dettagli personali che vanno dalle affiliazioni religiose e le convinzioni politiche a informazioni più sensibili come lo stato di HIV e dettagli sulla vita sessuale degli utenti. È noto che alcune app richiedano ora anche dati biometrici per la verifica dell'identità, presentando una ulteriore intrusione nella privacy.

Lo studio sottolinea che queste app dichiarano che la fornitura di dati personali è facoltativa, ma spesso ciò è ingannevole. Tinder, ad esempio, afferma di raccogliere la geolocalizzazione precisa "con il tuo consenso", ma in realtà non dà altra scelta perché l'app non funziona senza. Inoltre, l'ambito della raccolta dati si estende oltre ciò che gli utenti condividono consapevolmente. Le app acquisiscono dati da fonti terze, dai dispositivi, e persino analizzando i metadati delle foto e dei video caricati dagli utenti per generare ulteriori inferenze sugli interessi personali, che a loro volta alimentano la pubblicità mirata.

Un impressionante 80% delle app di incontri presumibilmente condivide o vende informazioni personali, spesso senza un chiaro consenso o comprensione degli utenti. Inoltre, solo circa la metà di queste app soddisfa gli standard di sicurezza minimi per proteggere questi dati, il che è preoccupante dato che la stessa proporzione ha subito violazioni dei dati, perdite o attacchi negli ultimi tre anni. Un esempio eclatante citato è la fuga di dati di localizzazione da Grindr.

L'integrazione dell'intelligenza artificiale (AI) in queste piattaforme aggrava ulteriormente i problemi di privacy. Mentre alcune applicazioni di AI possono sembrare innocue o persino vantaggiose, come il Deception Detector di Bumble, c'è un significativo rischio di abuso e ulteriore erosione della privacy. L'impegno di Match Group (proprietaria di molte famose dating app) con le tecnologie AI, nonostante le loro pratiche di privacy discutibili, solleva red flags, specialmente alla luce di incidenti passati come l'uso non autorizzato di immagini di OkCupid per addestrare tecnologie di riconoscimento facciale.

Rimandiamo all'approfondimento di Mozilla per un ulteriore livello di dettaglio.

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