La Corte Suprema degli Stati Uniti si appresta a decidere la sorte di TikTok nel Paese, valutando la costituzionalità di una legge che potrebbe costringere i proprietari cinesi dell'app a venderla a un'azienda statunitense o a far fronte a un divieto totale sul territorio statunitense.
L'incontro con la Corte Suprema si terrà oggi, venerdì 10 gennaio.
La legge, approvata dal Congresso nell'aprile 2024 e motivata da preoccupazioni sulla sicurezza nazionale, fissa la scadenza per la vendita al 19 gennaio.
Il governo statunitense sostiene che TikTok, gestita dalla cinese ByteDance, rappresenti un rischio per la sicurezza nazionale, ma TikTok e i suoi utenti ribattono che la legge viola il Primo Emendamento, che tutela la libertà di espressione.
La diatriba si intreccia con questioni complesse di libertà di espressione, influenza straniera e sicurezza nazionale nell'era digitale, con molti americani che utilizzano l'app come piattaforma di espressione politica e sociale.
A complicare il quadro è l'imminente amministrazione di Donald Trump, il quale ha espresso interesse per salvaguardare TikTok, suggerendo una mediazione tra l'app e il Congresso.
Tuttavia, gli esperti mettono in dubbio che la Corte Suprema possa adottare una decisione ritardata o particolarmente interventista su questo tema.
In che modo Trump potrebbe intervenire?
Tramite un amicus brief, un documento che consente a terze parti di esprimere un'opinione su un caso legale, presentato alla Corte Suprema, Trump ha manifestato l’intenzione di trovare una soluzione che consenta all’app di rimanere operativa negli Stati Uniti, possibilmente attraverso la vendita a una società americana o l’implementazione di nuove misure di sicurezza. Inoltre, potrebbe proporre modifiche legislative o mediare con ByteDance e il governo cinese per bilanciare gli interessi economici e geopolitici, influenzando così il corso del caso legale e il futuro della piattaforma.
Questo testo è un riassunto del seguente articolo (eng):
Nik Popli
Alternativa in italiano: non pervenuta
