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Facebook ha curiosato sul traffico Snapchat tramite un progetto classificato

Nel 2016, Facebook ha dato vita al "Progetto Ghostbusters", un'operazione segreta mirata a decifrare e analizzare il traffico di rete tra gli utenti di Snapchat.

Crediti immagine: Anthony Quintano / Flickr

Nel 2016, Facebook ha dato vita al "Progetto Ghostbusters", un'operazione segreta mirata a decifrare e analizzare il traffico di rete tra gli utenti di Snapchat e i suoi server per studiare il comportamento degli utenti e migliorare la posizione competitiva di Facebook, come rivelato da recenti documenti giudiziari. Questa iniziativa, parte di una strategia più ampia sotto Meta, la società madre di Facebook, ha preso di mira non solo Snapchat, ma si è poi estesa anche ad Amazon e YouTube. La strategia prevedeva lo sviluppo di tecnologie speciali per eludere la crittografia e raccogliere analisi sulle interazioni degli utenti con queste piattaforme.

I dettagli del Progetto Ghostbusters sono emersi da una causa collettiva tra i consumatori e Meta, con documenti del tribunale svelati da una corte federale in California, che espongono gli sforzi di Facebook per ottenere informazioni sulle piattaforme concorrenti.

Facebook ha impiegato Onavo, un servizio simile a una VPN acquisito nel 2013, per facilitare l'intercettazione del traffico di app criptato. Questo approccio ha permesso a Facebook di analizzare l'attività all'interno delle app, impiegando kit su dispositivi iOS e Android per eseguire un attacco "man-in-the-middle". Tali attacchi permettono tipicamente l'intercettazione e la lettura del traffico internet non criptato, sebbene la capacità di Onavo di prevenire la crittografia offrisse un vantaggio unico a Facebook.

Il progetto ha affrontato critiche interne, con preoccupazioni riguardo alle implicazioni etiche dell'intercettazione dei dati degli utenti senza un consenso chiaro. Pedro Canahuati, all'epoca responsabile dell'ingegneria della sicurezza di Facebook, ha espresso disagio per il progetto, sottolineando la mancanza di comprensione del pubblico riguardo a queste pratiche.

La rivelazione del Progetto Ghostbusters contribuisce al continuo scrutinio sui metodi di raccolta dati di Facebook, evidenziato da una causa collettiva del 2020 che accusa pratiche di estrazione dati ingannevoli usate per identificare e combattere i concorrenti.

Rappresentanti di Amazon, Google, Meta e Snap non hanno ancora commentato questi sviluppi.

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