AT&T, una delle principali aziende di telecomunicazioni al mondo, ha annunciato che da gennaio 2025 richiederà ai suoi dipendenti di tornare a lavorare in ufficio a tempo pieno, abbandonando quindi la politica del lavoro ibrido adottata solo un anno fa. Questa decisione riguarda tutti i lavoratori domestici negli Stati Uniti, mentre i contrattisti e i dipendenti internazionali non saranno soggetti a questo cambiamento.
Nonostante parte del personale si sia abituato alla flessibilità del lavoro da remoto, AT&T sostiene che la maggioranza dei suoi dipendenti non ha mai smesso di lavorare in sede, rendendo così la transizione meno radicale di quanto potrebbe sembrare.
Tuttavia, questa mossa ha suscitato critiche fra i dipendenti, alcuni dei quali credono che l'iniziativa sia un modo velato per ridurre il personale spingendoli a dimettersi, una strategia di cui sono stati accusati anche altri grandi nomi del settore tecnologico. Inoltre, ci sono preoccupazioni che le attuali capacità degli uffici non siano sufficienti a supportare il ritorno completo alla sede fisica, sollevando dubbi sulla fattibilità di tale iniziativa.
Il trend del "no-remote"
Durante il Covid era obbligatorio e dopo il Covid è diventato una filosofia di lavoro. Nel corso dell'ultimo anno molte aziende però si sono ribellate al lavoro da remoto, sulla base anche di studi che confermavano l'abbattimento delle performance. Il primo richiamo ai 5 giorni in ufficio lo ha fatto Dell, minacciando il licenziamento. Hanno seguito giganti come Amazon e SpaceX. Il lavoro da remoto è amato sempre meno dalle big tech.
Questo testo è un riassunto del seguente articolo (eng):
Alternativa in italiano: non pervenuta